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Demoni e sangue nell’Italia cantata dal basso

Di Sebastiano Gulisano

L’incontro. Francesco Saverio Alessio e Pietro Orsatti li ho conosciuti attraverso la rete, in tempi diversi. Il primo sul finire del 2007, l’altro un paio d’anni più tardi. A quel tempo, per me, non era Francesco Saverio Alessio ma «Francesco Saverio Alessio ed Emiliano Morrone». Mi imbattei in questi due nomi nel novembre del 2007, quando su Nazione indiana lessi un articolo in cui si denunciavano le minacce ricevute da Saverio ed Emiliano dopo avere scritto il libroinchiesta su ’ndrangheta, massoneria e politica, La società sparente, che raccontava il sistema di potere calabrese rifacendosi anche all’inchiesta Poseidone dell’allora pm Luigi De Magistris e, per certi versi, anticipando quella che poi sarebbe stata l’inchiesta Why not? dello stesso magistrato, all’origine del violento attacco concentrico che lo ha costretto a lasciare la magistratura, mentre a Gioacchino Genchi, il suo consulente informatico, è costata l’espulsione dalla Polizia di Stato. Continua a leggere

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Il 27 maggio a Roma “L’Italia cantata dal basso” e “Demoni e sangue”

Roma 27 maggio ore 20
presso il Mario Mieli via Efeso 2/a
(metro S. Paolo)

L’Italia cantata dal basso
finestre sbieche sul Belpaese
di Pietro Orsatti


“Ecco: quelle di Orsatti sono narrazioni. Narrazioni “di cronaca”
(e anche, tecnicamente, di cronaca esatta) ma in cui, oltre la
cronaca ci sono sensazioni di altre cose. C’è un mondo, ti fa
sentire Orsatti quando ha fortuna, che esiste veramente oltre
casa tua, non un mondo da fiction, un mondo vero. Non nasce
come cronista di mafia, per quel che ne so io: qui è stato
a scuola. Eppure, in certi pezzi di mafia, si sente l’atmosfera
di un Besozzi, di una Giuliana Saladino: ti fa attraversare
un mondo in cui il morto di mafia (e anche il vivo di mafia) è
solo la punta di iceberg di tutto un continente”. (Riccardo Orioles)

***

Demoni e sangue
ndrangheta: un potere glocale e invisibile
di Francesco Saverio Alessio

Attento, da sempre, sia alla cronaca sia al fenomeno sociale
e politico della ‘ndrangheta e del malaffare in Italia e nella sua
terra di origine. E ne coglie aspetti inusuali perché per
affrontare il fenomeno ‘ndranghetista il suo approccio è prima
di tutto estetico. E l’estetica di Saverio non è neutra. Non è
rassicurante. Non cerca l’applauso e il benestare dei potenti.
Saverio è così, il vero snob: squattrinato e rigorosamente
indipendente. Se ti deve dire qualcosa te lo dice in faccia,
senza tanti giri di parole. Prendere o lasciare. (Pietro Orsatti)

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